Le casalinghe dovrebbero ricevere uno stipendio? Il dibattito senza fine

Le casalinghe dovrebbero ricevere uno stipendio? Il dibattito senza fine

Si tratta di un dibattito che si propone ciclicamente: una casalinga dovrebbe avere il diritto di ottenere una retribuzione per il suo lavoro di cura della famiglia e dei figli, oltre che di tutta la casa? Su questo tema ci si è interrogati fin dagli anni ’50, quando venne istituita, grazie ad una proposta di legge di Nilde Iotti, l’assicurazione obbligatoria per legge per le casalinghe. Secondo una sentenza della Cassazione emessa a luglio del 2018, una casalinga che si separa o che divorzia ha diritto ad un assegno di mantenimento proporzionato al suo contributo in famiglia. È giunta poi una conferma a questa sentenza, con la Cassazione Civile del 9 marzo 2020.

Considerati i cambiamenti sociali degli ultimi anni e visto il grado di occupazione delle donne sempre più elevato, è stato riconosciuto il dovere per la donna di attivarsi a seguito della separazione o del divorzio per andare alla ricerca di un’occupazione che si confà alle proprie capacità lavorative. Con la sentenza del 2021, è stata data invece maggiore importanza al principio della solidarietà, secondo cui il coniuge con una situazione economica migliore deve sostenere economicamente quello più debole, pur non trattandosi di uno stipendio, ma al contrario di un semplice mantenimento o di un aiuto economico.

L’assicurazione obbligatoria per le casalinghe

Dal 1999 è prevista un’assicurazione per le casalinghe erogata dall’INAIL in caso di infortunio. È obbligatoria per tutte le donne che hanno un’età tra i 18 e i 67 anni e che svolgono un lavoro domestico in modo non occasionale e gratuitamente, senza vincoli di subordinazione. L’assicurazione obbligatoria per le casalinghe è stata istituita con la legge 493.

Questa polizza riconosce il carattere fondamentale di questo lavoro, ovvero il contributo materiale, oltre che morale, che la donna offre all’interno delle mura domestiche. Grazie a questa assicurazione, in caso di infortunio o addirittura di morte della coniuge, il marito potrà ricevere un risarcimento dell’accaduto. Oggi la legge riconosce il valore fondamentale del lavoro invisibile delle casalinghe, ma non offre la possibilità per le casalinghe di ricevere un vero e proprio reddito.

Le casalinghe possono accedere a un finanziamento?

Nonostante l’assenza di un reddito, anche le casalinghe oggi possono avere accesso al credito. Esattamente come gli studenti, anche le casalinghe non beneficiano di forti garanzie economiche in caso di richiesta di prestiti. Tuttavia, anche per loro oggi è possibile ottenere un finanziamento anche non lavorando oppure svolgendo un lavoro part-time o entrando nelle grazie di un soggetto terzo garante.

Poste Italiane oggi mette a disposizione di tutte le donne casalinghe delle soluzioni di credito adatte a coloro che non possiedono una busta paga, ma che hanno la possibilità di dimostrare il possesso di garanzie di tipo alternativo. Queste proposte vengono messe a disposizione di tutti i clienti come conseguenza di un periodo in cui i consumi si sono ridotti notevolmente ed è aumentato nel contempo il tasso di disoccupazione, per cui è fondamentale offrire anche a chi non riceve una busta paga l’opportunità di richiedere e ricevere finanziamenti.

I prestiti postali per le casalinghe

Tra i diversi prestiti messi a disposizione da Poste Italiane a favore delle casalinghe troviamo il mini prestito BancoPosta e il prestito BancoPosta, da richiedere on-line. Il mini prestito è adatto per le donne che non lavorano e che sono quindi sprovviste di una busta paga. Sono finanziamenti messi a disposizione di coloro che possiedono una carta Postepay Evolution. Approfondisci le caratteristiche di questo prestito sul sito Guida Prestiti Poste.

Si può utilizzare la carta per viaggi e acquisti, ma anche per progetti che riguardano la propria famiglia. La durata del rimborso può arrivare al massimo a 22 mesi ed è possibile richiederla solo piccoli importi, di massimo 3000€. In alternativa, è possibile fare richiesta di un prestito BancoPosta anche direttamente on-line. Anche in questo caso si tratta di piccoli importi, ma è possibile arrivare anche a importi più elevati, talvolta anche dell’ordine di 30.000€, seguendo un piano di ammortamento che può avere tra le 24 e le 84 rate mensili.